Monday, May 7, 2018

Puisiis di Bortolussi

Tante grazie, Eddi, par il dono del tuo recente “Puisiis”, consegnatomi poco tempo fa da mio fratello Flavio (di San Giovanni) durante una crociera nei Caraibi.
Due fratelli friulani che si incontrano in una crociera: difficile immaginare qualcosa di più lontano dallo spirito di questo insieme di poesie. C'è, è vero, qualcosa di veramente positivo, di bello, nell'immagine di due friulani—nati e cresciuti nella miseria dell'ambiente rispecchiato nelle tue poesie—che possono ora permettersi lo svago, il lusso, di una crociera. Questo qualcosa di bello, purtroppo, ci viene offerto solo in cambio di un sacrificio: l'abbandono quasi totale, di ciò che avevamo, che per poco che sia stato era nella sua pochezza fonte di grande soddisfazione e gioia. E di ciò le tue poesie sono ampio testimone. Mai più, infatti, ritorneremo a un Savorgnan o a un San Giovanni

...sensa rispìr di stalis,
cun bestiis
di governâ e molzi,
par partâ il lat in lataria,
la matina bunora,
par emplâ la cialdera
granda,
par emplâ la cialdera
nera... (Pais, p. 200)

E se ritorneremo sarà solo per vedere che nel

...ciamp di Tonel,
davour di 'na reit
duta rota,
un tratour ros
al tira four li radìs
dai ultins moràrs... 

E tutto perchè?

par giavâ
duciu'i arbui
e par meti blava,
tanta blava,
parsè che a rint
parfin sot
dal fossàl di cunfïn,
la blava... (Tal ciamp di Tonel, p. 115)

Ma in molti casi non ritorneremo più. Abbandoneremo Pordenone, come ci diceva profeticamente il Pasolini, per il mont, solo per accorgerci che il “mont” non è senza le sue miserie. La crociera spesso non si materializza, anzi. 
Io, invece—quel io di tanti, tantissimi, migranti d'allora (e di oggi)—

...tal scur di 'na sitàt
i soj coma una urtia:
i cres cun fadia
ta 'na crepa di mùr. (Ta 'na crepa di mùr, p. 126)

Fortunatamente, anche se il mondo contadinesco di allora—il vero mondo friulano—non esiste più nella sua forma concreta e millenaria, rivive, questo mondo, nelle immagini poetiche di questa tua antologia, nonchè nell'uso—prezioso—della variante locale del nostro friulano. E per questo, di nuovo grazie, Eddi.

Aggiungo un pensiero...e un timore: cioè che, nonostante il tuo notevole contributo alla preservazione di una variante del friulano occidentale, esistono in questi ultimi tempi troppi segni (provenienti da fonti il cui compito dovrebbe essere quello di preservare la lingua friulana) che non solo incoraggiano l'uso del friulano orientale, ma che scoraggiano o addirittura sopprimono l'uso di altre varianti. Sono, queste fonti—per usare come metafora una delle tue immagini—, come il contadino che nei “moràrs” vede solo degli alberi che bisogna sradicare per far posto alla più proficua “blava”, dimenticando che i “moràrs”, sono essi stessi di una ricchezza culturale incalcolabile. 


Ermes Culos

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