Monday, August 7, 2017

Analfabetismo in Friuli

Brano del mio Lingua e Cultura in Friuli: Cuant lambicà! appena pubblicato (lulu.com/spotlight/eculos)

...Giova tenere a mente che nell’epoca risorgimentale erano pochi (statisticamente) i friulani in grado di poter leggere Dante. Difatti, secondo un articolo della Wikipedia,

All'indomani dell'unificazione, nel 1861, l'Italia contava una media del 78% di analfabeti con punte massime del 91% in Sardegna e del 90% in Calabria e Sicilia, bilanciata dai valori minimi del 57% in Piemonte e del 60% in Lombardia.[1] Nello stesso periodo (intorno al 1850) le percentuali di analfabeti in Europa erano del 10% in Svezia, del 20% in Prussia e Scozia, del 75% in Spagna e del 90% in Russia.

E, potremmo aggiungere, anche supponendo che l’analfabetismo in Friuli sia stato alla pari dell’analfabetismo in altre parti del nord-Italia, tocca lo stesso riconoscere che almeno il 60% dei friulani non sapeva né leggere né scrivere; e non è quindi possibile immaginare che per loro Dante fosse simbolo di italianità. Con ciò non intendo assolutamente suggerire che i friulani del passato—o qualsiasi popolo analfabeta—Sia stato incapace di produrre o di apprezzare la poesia. Gli studi dei filologi Perry e Lord nella Serbia pre-moderna, dopotutto, hanno dimostrato la capacità della gente che non sa né leggere né scrivere di produrre e di apprezzare opere poetiche di altissima qualità. L’Iliade e l’ Odissea, secondo la tesi della poesia orale-formulaica di questi filologi, derivano da cantastorie (analfabeti essi stessi) dell’epoca pre-omerica. Rimane sicuramente vero, tuttavia, che la Commedia di Dante è lontana dal possedere le caratteristiche della poesia orale-formulaica, e può perciò, e nel suo insieme, essere apprezzata solo da gente in grado di leggere a livello assai elevato. Ribadisco, quindi, che la poesia di Dante, capace di creare entusiasmo fra i letterati, non può essere mai stata simbolo di italianità per i friulani—quasi tutti—intenti ai loro lavori della terra. O almeno non poteva esserlo alla pari, diciamo, del verdiano “Va pensiero” o dell’inno di Mameli, i quali destavano entusiasmo e italianità anche nei cuori mai toccati dall’alfabetismo...

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