Monday, April 25, 2022

Crudeltà

 Chekov, The story of my Life


(Fragment)


“To amuse these ruffians our shopkeepers used to make the cats and dogs drink vodka, or tie a kerosene-tin to a dog's tail, and whistle to make the dog come tearing along the street with the tin clattering after him, and making him squeal with terror and think he had some frightful monster hard at his heels, so that he would rush out of the town and over the fields until he could run no more. We had several dogs in the town which were left with a permanent shiver and used to crawl about with their tails between their legs, and people said that they could not stand such tricks and had gone mad.”


Questo aneddoto (tratto dal racconto di Cechov “La mia vita”) mi risovviene di un periodo crudelissimo di quando io e i miei fratelli eravamo bambini.  Avevamo un cane pastore dal nome Trotski che voleva bene solo a nostra madre. E voleva bene a nostra madre perchè lei era buona con lui, come era buona con noi e con tutti. Per scherzo noi (non la nostra povera madre, che mai avrebbe fatto qualcosa di simile) legavamo un bastoncino sulla schiena di Trotski, con la punta del bastoncino che sporgeva dieci o quindici centimetri di fronte al naso del Trotski. Proprio sulla punta del bastoncino legavamo un pezzetto di carne o di formaggio, e poi lasciavamo che Trotski se ne andasse. E il povero Trotski se ne andava, correndo di qua e di la nel vano tentativo di raggiungere la punta del bastoncino... Questo facevamo al povero cane—e altri simili scherzi. È chiaro che eravamo della stessa peste della marmaglia russa descritta da Cechov. 


Ricordo gli episodi con grande vergogna.


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