Zelinsky chiede ancora armi, e armi sempre più micidiali, per arrivare alla pace; e noi (europei e americani) ubbidiamo, mi pare, con sempre più docilità. Se veramente gli aiuti bellici portassero alla pace—e la pace si avvicinasse pari passo agli aiuti bellici che offriamo alla povera Ukraina, allora è indubbio che Zelinsky dovrebbe essere ubbidito, sempre, tacitamente, addirittura con entusiasmo. Ma è veramente questo il caso? Le armi che offriamo—letali, indisputabile—giovano per distruggere tanto del materiale bellico russo e a uccidere molti dei soldati russi. Tutto ciò sembra essere indisputabile. Ma l'effetto contrario pare essere pure esso irrefutabile: la guerra prosegue in maniera feroce, e non solo russi vengono uccisi ma un numero sempre maggiore di ukraini. Di segni che i russi stiano per capitolare o pregare per la pace non se ne vede. Ciò che si vede, invece, è che per via di questi, sempre crescenti, aiuti bellici, il conflitto si stia pian piano allargando, fino al punto che il vero focus della guerra non sembra più essere l’Ukraina ma la sfida Russia-Stati Uniti, o—peggio ancora—oriente versus occidente.
Dovremmo continuare ad ascoltare Zelinsky anche se le sue (in apparenza) lodevoli richieste ci aprono il baratro?
Ermes Culos
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