Saturday, February 25, 2017

Chomsky vs. Everett

Appena letto il libro di Daniel Everett’s Don’t Sleep, There Are Snakes, nel quale propone che siccome la lingua dei piraha non possiede la recursività non è perciò innata coma, secondo Chomsky, fondamentalmente dovrebbero essere tutte le lingue umane. Credo che abbia ragione Chomsky. Ho sottoposto, come esempio, il friulano casarsese (lingua fino a poco tempo fa solamente orale) a un piccolo test. Possiede la recursività? Ovviamente sì, come lo prova questo piccolo esempio: Il furlàn, che fin a puc timp fa al era na lenga doma oràl, al è parlàt da tanta zent. Lo stesso, c’è qualcosa di talmente arrogante in Chomsky che fa se non altro desiderare che sia egli in errore, e non Everett. Non sarebbe, Chomsky, il primo i cui assoluti prima o poi crollano.

Everett è stato molto criticato negli ultimi anni. La sua risposta ai suoi critici merita una lettura:
https://aeon.co/essays/why-language-is-not-everything-that-noam-chomsky-said-it-is

A proposito non ho nessun dubbio che una delle tesi del Everett, che la lingua piraha dimostra l’importanza della comunità nella formazione della lingua, è non solo vera, ma è vera pure rispetto alla radice contadina del nostro furlàn.

Esempi di comunissimi vocaboli di origine contadina:
bašovàl, pivida, penacju, panola, buiassa, sghit, bugansa, sgivina, brenta, caretèl, mušèt, cort, curtìl, pitìn, savata,...

Di Chomsky e di Everett direi questo, che noi, come esseri umani, abbiamo una predisposizione alla lingua (e in questo senso ha ragione Chomsky, ma pure Everett che questo concetto lo accetta pure lui); ma avendo letto Everett non sono per niente convinto che ogni lingua deve necessariamente avere la recursività, come sostiene Chomsky.

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