Friday, March 17, 2017

Angelica

 Brano del mio Angelica (lulu.com/spotlight/eculos)

...Nell’ Orlando Innamorato, come ricorderemo, Angelica e Orlando si incontrano quando Orlando, dall’aspetto assai malandato, appare lo stesso del tutto imponente agli occhi di Angelica.

E già non par che venga dalla danza;
L'arme ha spezzato ed è senza cimiero,
Arsa è la sopravesta, e non ha lanza
E non ha scudo l'ardito guerrero;
Ma pur mostrava ancor grande arroganza,
Tanto superbo avea lo aspetto fiero,
E qualunche il mirasse in su Baiardo
Direbbe: Questo è il fior d'ogni gagliardo. (OI. 25. 36)

Vedendolo disciolto e malmenato Angelica si prende cura immediata di lui, e fin qui la scena ci ricorda la reazione di Angelica al momento quando i suoi occhi cadono per la prima volta su Medoro nell’ Orlando Furioso. Nell’ Innamorato i gesti di Angelica quando

…di sua mano il conte ebbe spogliato,

Baciandol spesse fiate con amore,

indicano—a quanto pare dalle ottave che seguono—il semplice desiderio di accattivarsi l’amore del paladino per usufruire delle sue notevoli capacità a scopo di protezione, mentre che, nel Furioso, la cura che Angelica si prende del giovane Medoro non è motivata da interesse personale, ma da ammirazione, compassione, e vero amore.

Quando Angelica vide il giovinetto

languir ferito, assai vicino a morte,

che del suo re che giacea senza tetto,

più che del proprio mal si dolea forte;

insolita pietade in mezzo al petto

si sentì entrar per disusate porte,

che le fe' il duro cor tenero e molle,

e più, quando il suo caso egli narrolle. (OF. XIX. 20)

E questi sentimenti non sono per qualcosa di appariscente o maestoso, non per ricchezza o fama o gloria, ma per un uomo semplice che si cura del prossimo più di quanto si cura di se stesso; ché, difatti, prega Zerbino, da cui è stato appena sconfitto, di fare di lui ciò che vuole, ma non prima di avergli lasciato il tempo di seppellire il suo re.

Cavallier [dice a Zerbino] per lo tuo Dio,

non esser sì crudel, che tu mi nieghi

ch'io sepelisca il corpo del re mio.

Non vo' ch'altra pietà per me ti pieghi,

né pensi che di vita abbi disio:

ho tanta di mia vita, e non più, cura,

quanta ch'al mio signor dia sepultura.



E se pur pascer vòi fiere et augelli,

che 'n te il furor sia del teban Creonte,

fa lor convito di miei membri, e quelli

sepelir lascia del figliuol d'Almonte.  (OF.XIX. 11-12)

Come sappiamo, sarà la stessa Angelica che aiuterà Medoro a seppellire la salma del re e a curare le sue ferite. Mentre Medoro guarisce, però,

…ella languisce
di nuova febbre, or agghiacciata, or calda,

e se non bastasse,

Angelica a Medor la prima rosa
coglier lasciò,
non ancor tocca inante:
né persona fu mai sì aventurosa,

ch'in quel giardin potesse por le piante.

Per adombrar, per onestar la cosa,

si celebrò con cerimonie sante
il matrimonio… (33)

La reazione del poeta a questo punto è istruttiva: ci indica chiaramente, ai suoi ed ai nostri occhi, dove risiedono i meriti più reali.

O conte Orlando, o re di Circassia,
vostra inclita virtù, dite, che giova?

Ecco, proprio così.  Orlando e gli altri grandi della terra possono ottenere fama e onori e ricchezze, ma non riescono a conquistare la persona che più desiderano, il cui cuore si apre pienamente, e solo, per chi possiede in abbondanza le qualità che mancano agli altri: la semplicità, l’umiltà, e il valore vero; non le prodezze per cui un guerriero come Rodomonte sacrifica Isabella, ma il valore di opere eseguite senza desiderio o speranza di riconoscimento.

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